Anamorfosi catottriche

Rispetto alle anamorfosi ottiche, che si basano sulle regole della prospettiva piana (ma con un punto di vista che rende le immagini irriconoscibili da una posizione frontale), le anamorfosi catottriche si ottengono usando specchi con superfici piane o curve. Le immagini anamorfiche reali sono in generale deformi, confuse, non interpretabili. Solo se osservate “per radium reflexum ex politis corporibus, planis, cylindricis, conicis, polyedris, polygonis et aliis” (come immagini virtuali), assumono un aspetto armonico e familiare. Lo specchio funziona come decodificatore.

Nel Seicento queste anamorfosi erano, nella maggior parte dei casi, eseguite “ad occhio”, aiutandosi con lo studio matematico del modo in cui una griglia a maglie rettangolari viene trasformata dagli specchi e con metodi ottici o meccanici.

I modelli realizzati presentano soluzioni al seguente problema: dato uno specchio tracciare, su una superficie piana, figure tali che le loro immagini virtuali, raccolte dall'osservatore con lo specchio assumano forme rappresentanti oggetti prestabiliti.

Per Maggiori dettagli, cfr. Scheda di Approfondimento

Fonte: .Niceron, La perspective curieuse, ou magie artificielle …, Parigi,1638; Du Breuil, La Perspective pratique…, Parigi, 1642; G. Scott, Magia universalis naturae et artis, Wurtzburg ,1657, (Parte II, Libro III).