Prospettografi tridimensionali: VETRO DEL DÜRER, SPORTELLO DEL DÜRER, GRIGLIA DEL DÜRER, STRUMENTO DI J. KESER

Nel libro IV del "Underweysung" (ed. 1525), il Dürer insegna a costruire e ad usare due di questi quattro prospettografi. Il primo strumento (che egli chiama "vetro" (fig. 1)) ha un difetto: la distanza tra l’occhio e il quadro su cui si deve tracciare la figura è limitata dalla lunghezza del braccio di chi disegna. Ma la variante a tre fili (lo "sportello" (fig. 2), descritto subito dopo) in cui l’occhio è sostituito da un gancio fissato al muro, elimina questo inconveniente: richiede però due operatori.

Lo strumento del Keser (fig. 3) invece permette a chi dipinge di collocare l’occhio in un punto arbitrariamente scelto, anche se lavora da solo: ciò gli è consentito da un opportuno "dispositivo di mira". Infine, la "griglia" (fig. 4) permette di collocare il piano che intercetta il cono visuale (e che non è più quello su cui si traccia il disegno) a qualsiasi distanza.

Le ultime due apparecchiature sono descritte dal Dürer nella edizione 1538 del "Underweysung". Questi apparati (su cui soprattutto hanno riflettuto i matematici) sono stati usati dagli incisori, dagli esecutori di intarsi, dagli architetti e dagli scenografi assai più che dai pittori: questi ultimi (anche se studiosi di prospettiva, come Piero della Francesca) contravvenivano spesso alle leggi geometriche per ragioni espressive. Il prospettografo può essere sussidio o meglio ancora controllo, ma è disprezzato dagli artisti se diventa necessità.

"Questa invenzione" scrisse Leonardo "è da essere vituperata in quelli, che non sanno per se ritrarre" (Trattato della Pittura, 1490) Rileggiamo inoltre l’inizio del "De prospectiva pingendi" di Piero (1478): "La pictura contiene in sè tre parti principali, quali diciamo essere desegno, commensuratio et colorare. Desegno intendiamo essere profili et contorni che nella cosa se contene. Commensuratio diciamo essere essi profili et contorni proporzionalmente posti nei luoghi loro. Colorare intendiamo dare i colori commo nelle cose se dimostrano, chiari et uscuri secondo che i lumi li devariano. De le quali tre parti intendo tractare solo de la commensuratione, quale diciamo prospettiva, mescolandoci qualche parte de desegno, perciò che senza non se pò dimostrare in opera essa prospectiva; il colorare lasciaremo stare..."

 


Fig. 1 da A. Dürer, Underweysung der messung, 1525                                          Fig. 2 da A. Dürer, Underweysung der messung, 1525

 


Fig. 3 da A. Dürer, Underweysung der messung, 1538                                          Fig. 4 da da A. Dürer, Underweysung der messung, 1538