Prospettografi bidimensionali: PROSPETTOGRAFO DI LAMBERT (PRIMA VERSIONE) PROSPETTOGRAFO DI LAMBERT (SECONDA VERSIONE)

Scopo di questi meccanismi è trascrivere automaticamente una "pianta" (cioè una figura piana qualsiasi) in una prospettiva centrale. Il loro funzionamento può essere spiegato attraverso opportune proiezioni (da centri impropri) di figure che si corrispondono in una prospettività tra piani incidenti. Non è questo però il metodo seguito da Lambert: il quale è pervenuto alla loro costruzione attraverso una accurata analisi delle proprietà che legano due figure prospettive. Nella sua indagine, progressi teorici e caratteri operativo-strumentali sono inscindibilmente connessi. Il primo strumento (fig. 1) è descritto da Lambert nel "Saggio sulla prospettiva" del 1752; il secondo (più semplice) nella "Prospettiva liberata dal gravame delle piante geometriche" del 1759. Tali opere, insieme alla "Prospettiva lineare" di B. Taylor del 1715, costituiscono tappe importanti nello sviluppo della geometria proiettiva. Notiamo che in queste "macchine" (e in alcune altre - per esempio: Proiezione della circonferenza in ellisse, Teorema di Dandelin (sezione 1); Cono di De La Hire (sezione 2) - comincia ad apparire con forza la "solidarietà" tra geometria dello spazio tridimensionale e geometria piana sottolineata più volte da Chasles.

fig. 1 da J. H. Lambert, Essai sur la Perspective, 1752.